Lo sbiancamento dentale, come si può intuire dal termine stesso, è una procedura che ha come scopo quello di sbiancare e quindi migliorare i denti.
La maggior parte dei prodotti che vengono utilizzati per lo sbiancamento dentale contengono perossido di idrogeno e perossido di carbammide. Questi sono impiegati in differenti concentrazioni a seconda della tecnica che lo specialista intende utilizzare e dalle esigenze del paziente.
Le molecole di ossigeno, a contatto con i denti, disgregano le molecole dei pigmenti responsabili della discromia, rendendole dunque non più visibili. È fondamentale sapere che lo sbiancamento dentale agisce solo sui denti naturali. Dopo il trattamento sbiancante, eventuali corone protesiche e otturazioni potranno essere maggiormente visibili in quanto non sono più adeguate al nuovo colore raggiunto dai denti naturali. In questo caso quindi potranno comunque essere sostituite con altre corone dello stesso colore dei denti sbiancati.
Lo sbiancamento dentale professionale è sicuro per i pazienti perché non altera o rovina lo smalto dei denti. Permette inoltre una predicibilità di risultato molto elevata. Per far sì che questo accada, occorre una visita accurata da parte del dentista e l’utilizzo di prodotti certificati. Nonostante questo, si possono talvolta avere effetti collaterali transitori, quali ipersensibilità dei denti, soprattutto agli stimoli termici. In genere, tali effetti collaterali regrediscono nel giro di qualche ora o di pochi giorni.
L’ipersensibilità dovuta allo sbiancamento dentale può essere infatti attenuata con l’applicazione topica di fluoro di potassio, utilizzando dentifrici desensibilizzanti ed evitando di assumere cibi troppo caldi o troppo freddi, cibi o bevande ipertoniche (bibite molto zuccherate), cibi o bevande eccessivamente acidi (succhi di frutta, bibite gassate, yogurt ecc.).
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